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L'EVISCERAZIONE

Pubblicato da Paolo

 

Il corretto trattamento della spoglia, fa parte dei principi etici a cui si rifà questa caccia. Soprattutto  nel  periodo estivo è importante provvedere a una tempestiva eviscerazione del nostro capriolo. Nell’intestino ed in particolar modo nel rumine, con la morte dell’animale, si sviluppano e prolificano batteri che possono superare le pareti che le contengono e propagarsi al resto del corpo. L’eviscerazione fatta sul posto, oltre a permettere il rapido raffreddamento della carcassa, fermando così il propagarsi dei batteri, consente anche un più agevole trasporto, dato il considerevole calo di peso corporeo.

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La prima cosa da fare dopo l'abbattimento è applicare la fascetta. Dopo il rituale facoltativo dell'ultimo pasto andrebbero fatte le foto, una della testa e una dell'animale intero, per evitare di farle dopo l'eviscerazione e presentare così immagini con sangue o altro.

L’eviscerazione:

 

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1° Incidere la gola dell’animale e recidere la trachea e l’esofago. Annodare quest’ultimo in modo da impedire il rigurgito del materiale gastrico.

 

 

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 2° Nei maschi tagliare la pelle, da sopra il pene fino ai testicoli e recidere il tutto, nelle femmine si incide al centro della due prime serie di capezzoli. 

 

 

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3° Scoperta così la parete addominale, la si fora con la punta del coltello, avendo cura di non arrivare all’intestino.  

 

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 4°Inserendo due dita della mano sinistra nel foro praticato, si spinge quanto basta per allontanare le viscere. Ponendo il coltello tra le due dita, apriamo l’addome fino alla cassa toracica. Questa operazione può essere fatta  più  agevolmente usando uno skinner.

 

 

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 5°Si taglia in mezzo alle cosce con il coltello, se si vuole aprire il bacino si possono usare delle forbici da potatore o un seghetto, facendo attenzione a non forare la vescica. Con il bacino aperto risulta un po’ meno agevole il trasporto. Spesso conviene estrarre  l’ultima parte dell’intestino retto  insieme alla vescica, estraendolo da dentro, dopo aver circonciso tutto intorno all’ano con un coltello con la lama sottile e affilata.

 

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6° Liberato retto e vescica, tagliamo intorno al costato il diaframma.

 

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7°Affondando la mano nella cassa toracica, afferriamo alla base del collo la trachea e l’esofago. Tirando estrarremo l’intero contenuto, (polmoni, cuore, ecc). Tagliando le varie aderenze, tirando verso il  basso estrarremo l’intero intestino

 

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 8° La carcassa ormai vuota va fatta scolare un po’. Se non abbiamo la possibilità di appenderla per il collo, è sufficiente porla a pancia in giù su una pietra o al limite sull’erba, mai sul terreno.

 

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9° Nel frattempo, recuperiamo le frattaglie, liberando dal sangue i ventricoli cardiaci e riponiamo le parti che vogliamo consumare in un sacchetto pulito di cotone.

Le viscere non vanno lasciate sul posto ma gettate in un luogo dove solo gli animali selvatici possono raggiungerle. 

 

L'EVISCERAZIONE